domenica 24 novembre 2013

lemmario - Furore





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Furore


Il termine ha origine dal latino furor, sostantivo derivato da furere ‘essere fuori di sé, impazzire’; indica lo stato di sconvolgimento della personalità che si manifesta come passione scomposta, delirio, ira, tipico dell’individuo che perde il controllo delle sue azioni e si abbandona alla gioia, alla collera, all’aggressività o alla violenza, con un impeto dai tratti animaleschi o estremi, assimilabili alle forze della natura.
Nell’antichità classica il furore era considerato di orgine divina: derivava dall’invasamento, ovvero la possessione della volontà dell’individuo da parte di un dio che ne dirigeva le azioni (entusiasmo, dal greco en e theos significa letteralmente “pieno di un dio”) ed era un aspetto dell’esaltazione profetica e sacerdotale. Anche l’amore era considerato causa di delirio, uscita da sé e oltrapassamento del senso della misura, secondo una concezione radicatasi poi nel tempo (si pensi all’Orlando furioso o alla cultura romantica).
Il filosofo rinascimentale Giordano Bruno (1548-1600) esprimeva la sua etica dell’azione con il nome di “eroico furore”(il primo termine veniva ricavato da eros). Immerso in un universo panteista e animato da forze vive, l’uomo è “arso d’amore” per l’infinito; la vita deve essere sforzo appassionato verso il superamento di ogni limite, spinta all’azione attiva e consapevole per la trasformazione della realtà, tensione verso l’unità con la natura divina.
In età moderna il termine perde il significato riferito alla trascendenza per designare aspetti negativi del comportamento individuale o collettivo che trovano la loro origine nella dimensione sociale, con particolare riferimento alle manifestazioni dell’ira. Recuperando un significato presente già nel latino, “furore” ricorre nella descrizione dell’agitazione e dello scompiglio che caratterizzano i tumulti e le sollevazioni popolari, che le classi dirigenti percepiscono come disordine e discordia interne al corpo sociale.
Tra Otto e Novecento, alimentato dalle ideologie, il termine è connesso alla dimensione politica: può essere tanto il “furore nazionalista” diffuso negli stati europei durante la Grande guerra, quanto il risentimento antiautoritario e antiborghese che accompagna le manifestazioni socialiste e le lotte del movimento operaio e sindacale.
In Vittorini il furore nasce come rabbia sociale per l’umanità schiacciata dal predominio delle forze trionfanti del fascismo europeo e, contestualmente, per gli orrori della guerra di Spagna, la prova generale del secondo conflitto mondiale. La repressione in Italia impedisce ogni sfogo di tali “furori”, definiti quindi “astratti”, responsabili dello stato di malessere e di prostrazione psicologica del protagonista di Conversazione in Sicilia.
Furore è il titolo italiano del capolavoro di John Steinbeck The Grapes of Wrath (1939, letteralmente “L’uva dell’ira”): esso narra del tragico esodo attraverso gli Stati Uniti di una famiglia durante la Grande depressione degli anni trenta, quando il mito della prosperità americana fu distrutto da una crisi economica di proporzioni inaudite. Milioni di persone persero il lavoro e si ritrovarono a lottare per sopravvivenza: nel romanzo un’umanità disperata si trascina da uno stato all’altro, trovando paghe miserabili, lavori semi-schiavili e un padronato feroce, alla ricerca di una redenzione che si manifesta in piccoli gesti di solidarietà.
Una differente accezione del termine, utilizzato in un’espressione risalente alla società dello spettacolo, sembra testimoniare la rottura con la cultura dell’impegno, avvenuta nel secondo dopoguerra: “fare furore” significa suscitare grande entusiasmo e riscuotere successo. A perdere il senno sono i consumatori di cultura pop nel testimoniare il loro apprezzamento verso i divi del cinema, della musica e della televisione, di cui si dichiarano fan (fanatic). L’intera sfera linguistica, proveniente dal sacro, viene risemantizzata nel profano, testimoniando la sostituzione del divino con l’effimero nei meccanismi di produzione dell’entusiasmo.

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